Colori e volti del Madagascar

Colori e volti del Madagascar

Un dispensario e una scuola: ecco gli impegni dell’associazione Amici del Madagascar. La salute come bene primario e l’istruzione, perché come disse Nelson Mandela: “L’educazione è l’arma più potente che può cambiare il mondoâ€. Ecco il reportage di chi ha portato aiuto e ha visitato quei luoghi.

di Rita Cattani e Caterina Lucchini

 Le strade

Strade che non finiscono mai, piste sterrate, polvere che ti entra ovunque, la senti nel naso, nei vestiti, nei capelli. Strade che scompaiono, diventano solchi dove la jeep procede obliqua a passo d’uomo. Incrociamo enormi carri trainati da zebù, camion carichi all’inverosimile di merce e persone, pullmini, i taxi come li chiamano qui, stipati di passeggeri e bagagli. Dai sacchi che trasportiamo sul tetto inizia ad uscire il riso, ci fermiamo… Perdiamo una valigia, fortunatamente Rita se ne accorge, si torna indietro a raccoglierla. Entriamo in una nube scura, raccolto distrutto dice l’autista, cavallette, chi se le immaginava, così tante così nere che si frantumano sui finestrini… Fumo, dapprima all’orizzonte poi ne siamo circondati, il fuoco arriva fin quasi ai bordi della strada… Qui bruciano la terra, chissà per quale motivo ci chiediamo. È buio e ancora non siamo arrivati…

I villaggi

Appaiono e scompaiono lungo la strada, alcuni grandi e chiassosi, altri così minuscoli, assolati e nascosti nella foresta, isolati come quello di Anivorano est, sulla costa orientale, dove fino a cinque anni fa si arrivava solo in barca, risalendo il fiume. Intrisi di una dignitosa povertà che li accomuna tutti. Come lo scorrere delle giornate: all’alba brulicanti di persone, mercati, voci, colori; sonnolenti, quasi assopiti nelle ore più calde; allegri alla sera, al rientro delle mandrie sullo sfondo degli infuocati tramonti africani.

I volti

Tanti, tantissimi. Visi segnati, da fatiche, malattie, privazioni, volti di disperazione e volti di riconoscenza. Visi che ti sorridono. A volte scorrono veloci, alcuni incrociano il nostro sguardo. Uomini e donne da noi diversi, a noi estranei fino a quando i nostri occhi affondano nei loro, allora ci rendiamo conto che non è così.

Le suore

Le grandi insostituibili eroine del Madagascar sono le suore. Le loro interminabili attivissime giornate. Instancabili e determinate portano avanti la loro missione giorno dopo giorno, sempre con lo stesso entusiasmo. Credono in ciò che fanno, credono nel Madagascar. Stimate ed apprezzate da tutti, amate ovunque andiamo. Quante cose hanno spiegato che ci sembravano incomprensibili: le quotidiane code davanti alle carceri, le chiassose processioni nei villaggi, la terra che brucia. E quante volte avranno sorriso della nostra benestante mentalità europea… Maestre di vita, grandi esempi da portare con noi. Tanti posti, calorose strette di mano, abbracci forti.

Le scuole

Le scuole, quelle che esistono grazie a Giorgio, quelle costruite grazie agli aiuti di altre generose associazioni. I bambini ci accolgono festanti, le strette di mano rassicuranti dei maestri, la riconoscenza negli sguardi dei genitori. Scolaretti diligenti e zelanti ci mostrano fieri i loro quaderni, intrecciano danze malgasce, ascoltano incuriositi ed attenti quando raccontiamo del lungo viaggio che ci ha portati lì e dell’importanza della scuola. Ma questo sembrano saperlo già, sono bambini cresciuti in fretta, senza infanzia e senza giocattoli.

La “nostra†scuola

Come associazione trentina Amici del Madagascar abbiamo fatte nostre le parole di Nelson Mandela: “L’educazione è l’arma più potente che può cambiare il mondoâ€. Abbiamo così deciso di finanziare la costruzione di una scuola primaria nel villaggio di  Antsinanambohitra. Questo villaggio si trova a circa 50 km ad est dalla capitale del Madagascar Antananarivo, ed è suddiviso in nuclei di poche case sparse nella campagna, dove si pratica agricoltura ed allevamento di sopravvivenza; gente povera, ma che recepisce l’importanza di mandare i bambini a scuola. Quando abbiamo visitato il villaggio dove verrà costruita, abbiamo incontrato persone, genitori, nonni molto motivate nel chiedere la scuola per i propri ragazzi, per offrire loro l’opportunità di avere un’ istruzione e di conseguenza forse un futuro migliore, più giusto. Ad Antsinanambohitra il vecchio edificio scolastico, costruito alla fine degli anni ’60, è stato demolito nel 2012 a causa dei gravi danni provocati dei cicloni. Ora per le sei classi del ciclo scolastico di base sono a disposizione due aule in un edificio anch’esso fatiscente e con comprensibili problemi di convivenza. abbiamo preso visione della situazione costatando la reale necessità di un edificio che possa ospitare  le 6 aule, per offrire a questi ragazzi un ambiente decoroso per iniziare con dignità e gioia il loro percorso scolastico.

I dispensari

Sono oasi nel deserto. Al nord quello superefficiente di Ambatondarzaka di suor Luciana dove incontriamo i volontari ottici al lavoro. Poi Anivorano est, affollatissimo, qui la gente arriva dopo giorni di cammino nella foresta. Tanti altri ancora, dove anche il nostro minimo sostegno è fondamentale. Infine Mahabo, poco distante dal canale del Mozambico, il nostro ultimo grande progetto. Dove durante il nostro sopralluogo di due anni fa c’era solamente un terreno incolto, oggi, non senza un pizzico d’orgoglio, le suore mostrano l’edificio in ogni suo anfratto. Ben strutturato e funzionale, ancora fresco di malta e pitture… È operativo da febbraio 2015 e serve i tantissimi villaggi sparsi nella zona di Morondava.

Le carceri

Il cancello delle prigioni di Ambato si apre lento ed entriamo con una sensazione di timore. Poi li vedi, ammassati all’inverosimile, sguardi apatici e tristi, tanti giovani, giovanissimi dagli occhi miti. Vorresti essere altrove. La maggior parte non sono criminali, spiega suor Luciana, mentre ci mostra l’infermeria di cui si occupa giornalmente, sono solo degli indifesi, vittime dell’inefficienza della giustizia malgascia. Qualcosa per loro si può fare, suor Luciana ha già un’idea che aspettava solo un piccolo sostegno finanziario… In Madagascar il pasto di un carcerato consiste in soli pochi grammi di manioca, sopravvivono grazie all’aiuto dei familiari che ogni giorno cercano di portare loro qualcosa da mangiare.

Le mense

Quanta allegria nei bimbi davanti al loro abbondante piatto di riso, qualcuno infila in tasca la propria banana per il fratellino più piccolo a casa. Per molti di loro quello della mensa scolastica è l’unico pasto della giornata. Le suore lo sanno, per questo, ci dicono “cerchiamo di variare il più possibile, una buona alimentazione li farà riuscire meglio a scuolaâ€.

Il cielo

Il Madagascar sembra più grande, in modo particolare di notte. Una sera a Moramanga con padre Nicola usciamo a guardare le stelle, che spettacolo, quante se ne vedono da quaggiù! “È la magia della notte malgasciaâ€, dice scherzoso, poi nel buio indica la Costellazione delle Scorpione, brilla nitida proprio sopra di noi. Arrivano le prime piogge. Attese, foriere di fertilità. Per noi è il momento di ripartire.

MAHABO 278
  18 Maggio 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso