SurvEthi: nascita di un logo
Come nasce un logotipo? E soprattutto, come si fa a racchiudere in sola figura un’intera storia, quando i significati sono tanti e complessi?
La Provincia autonoma di Trento, come capofila del progetto “SurvEthi”, ha pensato di chiedere l’aiuto ai giovani allievi del suo territorio.
L'Istituto Pavoniano per le Arti Grafiche di Trento, noto come “Artigianelli”, si è cimentato nell’impresa e ci è riuscito benissimo, grazie ad un team di tre studenti, coordinati da un tutor esperto, che ha condotto uno studio completo, dall’analisi dei materiali al concept, finalizzato alla produzione di un’immagine rappresentativa del progetto.
Giulio Nardon, Stefania Tenaglia e Giada Zoppas, coordinati dal vice-direttore Marco Franceschini, hanno spiegato lo spirito che li ha mossi ad un’ampia platea, in occasione del webinar “SurvEthi”: sorveglianza epidemiologica nei paesi in via di sviluppo”, nell’ambito del “#ISFestival - Voci dal futuro”, che si è tenuto a Rovereto dal 15 al 17 ottobre 2020.
Giulio è partito dalla ricerca di un elemento originale e tipicamente africano-etiope - lo scudo - che potesse identificare la componente geografica e culturale del progetto, ed essere, al contempo, metafora della protezione, visto che i modelli matematici derivanti dagli studi epidemiologici hanno in ultima analisi la funzione di rafforzare i sistemi di difesa dalle malattie infettive.
Nella proposta di Stefania traspare tutto il calore dell’Africa: i colori sono tratti da stoffe batik e la costruzione del font è stata ispirata alla scrittura dei manoscritti di Lalibela, una delle città sacre dell’Etiopia cristiana ortodossa. Non manca l’elemento riferito alla parte scientifica del progetto: la lente di ingrandimento chiude il logo in una forma compatta, utilizzabile a mo’ di marchio.
Giada si è invece concentrata sui macro-elementi “Africa” e “ricerca”: l'elaborazione del bozzetto è nata dall’idea base di contestualizzare un’attività di indagine scientifica: la lente di ingrandimento, simbolo della scienza, è infatti incentrata sul Corno d’Africa, immediatamente percepito dall’osservatore grazie ad una cartina stilizzata. Il nome del progetto “Surv + Ethi” è reso con un
caratterizzato da tratti che riecheggiano le incisioni su legno e da colori gradevoli: azzurro per la ricerca (colore dei laboratori di ricerca/ambienti ospedalieri) e arancione per l’Africa (colore dei tramonti e dell’arena).
In tutti tre i loghi emerge anche forte la parola ETHI che, oltre a rappresentare l’Etiopia, ricorda il prefisso Ethi, da “etico/ethic”.
Il percorso creativo di Giulio, Stefania e Giada, che ha dimostrato grande passione e competenza, si è concluso con una votazione partecipata dagli studenti dei cinque istituti scolastici coinvolti nel progetto e il sondaggio digitale, che ha registrato 221 voti singoli, ha dato la preferenza al bozzetto “Africa”, diventato a tutti gli effetti il logo del progetto.