Nato a Rovereto nel 1989, sono laureando alla Magistrale in Editoria e Giornalismo presso l'Università di Verona. Nel 2009 aderisco al programma Giovani Solidali e parto per il nord est del Brasile. Poi, alcuni periodi di studio in Spagna e Inghilterra e l'anno scorso un breve viaggio in Israele e Palestina con Pace per Gerusalemme. Collaboro da alcuni anni con il quotidiano l’Adige e dal 2014 sono giornalista pubblicista. Profondo appassionato di ambiente, solidarietà internazionale e tematiche sociali, ho partecipato a numerosi progetti di comunicazione e fotografia. Adoro la varietà umana, i viaggi e scrivere storie.

Sem Terra, trent'anni di storia, giustizia sociale e lotta alla povertà

Li ho conosciuti i Sem Terra. Li ho incontrati nei verdi campi di Maragogì nell'Alagoas, tra la terra rossa del nord-est del Brasile, mentre raccoglievano maracuja, graviola, abacaxi o tagliavano canna da zucchero con le canottiere impolverate e il viso scavato dal sole. Li ho aiutati a scaricare la casse piene di frutta nel piazzale della Coopeagro, la cooperativa dei piccoli agricoltori organizzati che dal 2003 cerca di liberarsi dal dominio del latifondo. Qui, come in una grande famiglia solidale, gli agricoltori conferiscono i prodotti e raccolgono dignità e voglia di riscatto: coltivare la loro terra è quello che di più prezioso hanno per sperare nel futuro. Oggi compiono trent’anni, i Sem Terra. Sono uomini e donne, e giovani che hanno imparato a lottare. L'apicoltore Maurizio mi ha insegnato a confezionare il miele delle sue api, Maria Rita coltiva rucola, insalata nel suo orto hidroponico, Rivaldo e Varderì oggi sono nel direttivo della cooperativa, Geraldo con suo figlio promuove gite di turismo responsabile nella foresta tropicale della «Trilha do Visgueiro».E ancora suor Miriam, missionaria trentina di Valda che, supportata dall'associazione Semear a Vida di Trento, dal 1997 lotta al fianco dei «sem-terra». Guida un fuoristrada sulle strade sterrate e piene di buche per raggiungere le famiglie dei contadini e quelle realtà più problematiche dove la piaga dell’alcol, l'analfabetismo, il maschilismo e l'uso della violenza sono ancora forti. Per questo credo che i contadini abbiano una forza viscerale potente: coltivare la terra diventa il sognodi costruire una società più giusta, egualitaria, fraterna. Non si spiegherebbe altrimenti il lungo camminodei Sem Terra (MST), uno dei movimenti sociali e popolari che stanno segnando il cambiamento. Oggi è il movimento più grande dell’America Latina e riunisce più di 2 milioni di persone tanto da arrivare ad appoggiare Dilma Rousseff per il secondo mandato presidenziale. «Sopravvivere tutti questi anni è già una vittoria. Nessun altro movimento contadino era durato così a lungo - afferma JoaoStedile, 61 anni, uno dei leader dei lavoratori rurali, i cui nonni sono partiti giusto 100 anni fa da Terragnolo (Tn) alla volta del Brasile - in questi anni 800 mila famiglie hanno avuto la terra e molto altro è stato costruito. Se guardiamo le cifre non sono ancora buone. Oggi in Brasile l'1% è proprietario del 46% della terra, il 15% del 30% e l'85% del 24%. La più grande conquista è stata garantire la dignità ai poveri delle campagne, umiliati e senza futuro, ma c'è ancora molto da fare: lalotta contro il latifondismo e lo sfruttamento delle multinazionali dell’agricoltura auspica la realizzazione della Riforma Agraria, la ridistribuzione delle terre improduttive e il ritorno ad un’agricoltura familiare». Ancora una volta, buon cammino SEM terra!

  02 Aprile 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso