ARIANNA BAZZANELLA

ARIANNA BAZZANELLA

FORUM PER LA PACE

Lavoro presso il Forum trentino per la pace e i diritti umani per il quale mi occupo di comunicazione e coordinamento delle attività. In precedenza, ho lavaorato presso l’Istituto IARD di Milano e l’Osservatorio permanente sulla condizione dell’infanzia e dei giovani della Provincia di Trento. Mi occupo di studi su giovani, politiche giovanili e scuola.

Lilian Thuram: un calcio al razzismo

Aprendo un quotidiano locale, l’altro ieri si scopriva che Lilian Thuram ha scritto un libro. Ne aveva già scritto un altro, in realtà (Le mie stelle nere), ma in questi giorni sta presentando l’ultimo: Per l’uguaglianza edito da ADD editore.
A vedere quel volto e a leggere quel nome mi si è improvvisamente aperto il cassetto di un passato davvero lontano, per vita se non per anni. Era la fine degli anni ’90 e condividevo molto del mio tempo con un’amica esperta e grande appassionata di calcio con cui ho vissuto il pathos per le competizioni internazionali di quel momento, arrivando a simpatizzare per il Parma di Baggio (Dino), Cannavaro, Crespo, Buffon… e per l’appunto Thuram. Della serie: ti piace vincere facile, visto che quella squadra radunava alcuni tra i migliori giocatori al mondo. Per me, molto poco calcisticamente, erano ‘le apine’ (piccole api) per via di quelle righe sulla divisa.

Lo sport è un modo nobile di stare assieme e di farsi del bene, ma il business e l’eccesso mi hanno stufata presto e la passione ha lasciato velocemente il passo al disgusto e alla scarsa stima generalizzata verso la ‘categoria calciatori’

Ci ha pensato ‘capitan Zanetti‘ a farmi cambiare un po’ idea, durante una serata in un locale milanese quando, con la moglie, ha raccontato quello che stava facendo con la sua Fondazione P.U.P.I. per i bambini dell’Argentina.

E ieri ci ha pensato Lilian Thuram, alla Libreria Cazzaniga di Arco, raccontando della sua Fondazione e dei libri, che traducono il suo impegno per contribuire a fare il mondo migliore.

Thuram è nato nel 1972 a Guadalupa (terra di colonialismo francese) dove ha vissuto i suoi primi anni di vita accanto ai quattro fratelli per poi seguire la madre a Parigi all’età di nove anni. Il libro parte con la biografia di Lilian perché – dice – “Per capire il lavoro che sto facendo oggi, bisogna capire la mia infanzia e la mia famigliaâ€. Per esempio che ha avuto una madre molto forte, che da sola ha cresciuto cinque figli (di padri diversi, ma nel suo Paese è frequente) e che un giorno è partita per andare a lavorare a Parigi. Lilian aveva appena 8 anni.

Arrivato a Parigi, però, si accorge per la prima volta di ‘essere nero’. E questo porta Thuram a riflettere sul peso della cultura e delle idee che costruiamo attraverso l’ambiente in cui cresciamo: “Razzisti non si nasce, si diventa. Perché il razzismo è culturaleâ€.

I poveri fanno sempre paura. Anche in un Paese dove tutti sono neri, i neri poveri fanno paura. Questo è vero, ma è anche vero che spesso il colore della pelle è la prima cosa che ‘si vede’ delle persone e non si pensa che sono invece, prima di tutto, esseri umani. Qualcuno l’uguaglianza la vuole, ma qualcuno no: per questo, suggerisce Lilian, abbiamo molto lavoro da compiere.

Per saperne di più: http://www.forumpace.it/sono-diventato-nero-a-9-anni-luguaglianza-per-lilian-thuram/

  29 Luglio 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso