GIORGIO ROMAGNOSI

GIORGIO ROMAGNOSI

FORMATORE

Dopo la laurea in giurisprudenza, ho fatto per due mesi il formatore nelle scuole su temi europei e, successivamente, uno stage ad Osservatorio Balcani e Caucaso. Nel frattempo collaboro con la Provincia di Trento per due progetti con le scuole e con alcuni amici gestiamo un blog che si occupa di cittadinanza attiva e di vari progetti riguardanti la società civile e i beni comuni. Per il dopo vediamo, sono idealista e disposto ad inventarmi come facevano i nostri trisnonni.

Io vedo, io sento, io parlo

E' più importante parlare di anti-mafia e di legalità o di cooperazione decentrata ed europeismo? È meglio fare attivismo nelle file del pacifismo, dell'ambientalismo o occuparsi di welfare rigenerativo? Una società sclerotizzata e frammentata come quella di oggi ci ha abituato a credere che bisogna specializzarsi ed essere indifferenti a ciò che non ci riguarda. Invece la realtà globale verso cui stiamo andando ci sta chiedendo di vivere la multi-appartenenza. Essa domanda a ciascuno di noi di esercitare il motto “io vedo, io sento, io parlo†non solo per le nostre passioni civili, ma anche per realizzare quotidianamente due voci della coscienza: quella di don Milani, "Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica" e quella attribuita a Voltaire, “io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono disposto a combattere fino a morire perché tu possa sempre esprimere liberamente quella tua ideaâ€. Questo produce un dualismo, che agli occhi della modernità puzza di contraddizione; invece si chiama “corresponsabilitàâ€! Se io faccio democrazia, non posso prescindere dal futuro sostenibile; se voglio fare memoria non posso prescindere dalla cooperazione di comunità; se voglio fare l'Europa, non posso credere di abbandonare le lotte contro lo sfruttamento di coltan in Africa, contro la mafia, contro l'indifferenza del consumismo, contro gli F35. Non c'è confusione in tutto questo: c'è il desiderio di fare rete per ridare voce alle nostre comunità. La camorra sa interagire, sa fare rete: noi buoni no. Noi scivoliamo sempre nell'esclusivismo e nell'autocelebrazione; invece, se si esercita l'autocritica e ci si mette in rete, i valori di ciascuno possono essere messi a disposizione della comunità per aiutare a far sì che ci sia giustizia e dignità qui e a Donetsk. Questo l'ho sperimentato annusando l'aria di Mostar e di un campo politico autogestito a Ligosullo. L'ho visto nel fango di Ypres; nelle case africane di Castelvolturno; nei progetti di turismo sostenibile in Romania; nei racconti dei reduci e degli immigrati... Messner dice che ci sono vari modi di andare in montagna e che ciascuno può trovare il suo; ma allora esistono anche vari modi di fare attivismo o di essere un semplice cittadino. Per questo con alcuni amici abbiamo messo insieme un blog: http://seratalternativa.altervista.org e le sue iniziative aspirano a fare una goccia di bene comune. Per dire agli altri che sono splendidi e che possiamo condividere insieme la lotta, per dire assieme “we the peopleâ€.

  02 Aprile 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso