Vocazione rifugista

Vocazione rifugista

Passione, solidarietà e competenza nei 12 rifugi dell’Operazione Mato Grosso. La passione per la montagna passa attraverso tante cose. Spesso, è la fatica l’anello di congiunzione dei folli innamorati della vita che vivono la montagna. È straordinario vedere quante persone operose dedichino anima e cuore a questo mondo fantastico, ricco di storie, passioni, amori, ma soprattutto fatto di persone.

di Marco Zanni

La passione per la montagna passa attraverso tante cose. Spesso, è la fatica l’anello di congiunzione dei folli innamorati della vita che vivono la montagna. È straordinario vedere quante persone operose dedichino anima e cuore a questo mondo fantastico, ricco di storie, passioni, amori, ma soprattutto fatto di persone. Se vi capitasse di trovare un condensato di emozioni come queste a tremila metri, ad esempio in un rifugio valdostano, iniziereste a pensare che l’alta quota forse non fa così bene… ma ormai siete saliti, tanto vale sedersi al tavolo, sorseggiare un buon tè caldo e godersi la sana follia di un rifugio conquistato.

“Il rifugista è una persona che cerca un posto dove scappare dal mondo, dove può lasciarsi il caos e la gente alle spalle per poi reimmergersi in esso a piccole dosi, a piccoli gruppi; rientra poi a contatto con l’umanità in ritmi e modi differenti, in una bolla temporale che ha poco in comune con la quotidianità a valle. Il rifugista si ricarica con un caffè alle 5 di mattina, mentre aspetta da solo l’alba con un ‘buon giorno signori’ sulle labbra e un mare di nubi calme a riempire la valle sotto i suoi occhi. Il rifugista anela il bel tempo, non solo per il lavoro ma per le persone le quali, arrivando al suo rifugio, possono riempirsi gli occhi di quello spettacolo a lui così familiare, ma ancora così sorprendente; quindi più che altro anela lo stupore negli occhi degli altri. Il rifugista fa dell’accoglienza il suo pane quotidiano, della chiacchiera il condimento alle giornate, del lavoro il mezzo per poter ancora entrare in contatto con quella quota, con quell’alba e con quelle cime che ogni mattina gli ricordano che è fortunato, che anche oggi può far scorrere il suo tempo lì in alto come fanno le nuvole; per noi rifugisti volontari, per noi che scegliamo di regalare il nostro tempo e le nostre vacanze in questo modo, tutto questo è ancora più intenso, forse perché non restiamo tutta una stagione e vogliamo far dilatare il tempo il più possibile; allora le giornate diventano lunghe di amici e persone nuove da conoscere e coinvolgere in questo cammino che noi abbiamo deciso di scegliere. Le tavolate non sono mai abbastanza lunghe e i canti alla sera mai abbastanza forti, ci vengono donati un luogo e un tempo speciali per raccontare del nostro “perché siamo lìâ€: lo raccontiamo agli ospiti ma, a volte, ci viene donata l’occasione per chiedercelo veramente, nel silenzio di una giornata di sole o nell’ululato del vento quando è brutto, che ti chiude dentro vicino alla stufa. Si ha anche il tempo per chiedersi “perché anche quest’anno faccio il rifugista?†(Lilli Tagliali – rifugio degli Angeli 2916 m, Valgrisenche, Aosta)

 

Operazione Mato Grosso Rifugi da anni svolge un servizio fondamentale per gli appassionati della montagna: passione, solidarietà e competenza danno vita a una straordinaria essenza di ospitalità in quota. Questi tre punti cardine sostengono il modello di gestione di 12 rifugi dislocati lungo tutto l’arco alpino italiano, ma a ben vedere il passo che stacca Italia e Perù è davvero ristretto. Rifugi come templi dell’accoglienza in montagna, dove la solidarietà diventa prassi quotidiana e la follia uno stile di vita. I rifugi di Operazione Mato Grosso sono strutture innovative, dove la fusione tra tradizione montana e passione per il servizio verso il prossimo assicurano un prodotto d’avanguardia a livello ricettivo, ma soprattutto umano. Ogni rifugio sorge su strutture preesistenti, risistemato con cura e maestria dalla fatica dei volontari: una vera e propria catena umana che conferisce valore all’opera. L’organizzazione prevede l’attivazione della grande rete dei volontari, i quali mettono a disposizione mani, cuore e competenze. E chi è il rifugista? Il profilo è ben delineato ma, a ben vedere, ne risulta quasi stravolto il significato: “il rifugista†sono in realtà tante persone con competenze diverse, un gruppo di volontari appassionati di montagna e disposti a faticare. Ogni rifugista è ben formato (la legge non ammette ignoranza) e si mette a servizio dell’ospite, offrendogli un servizio accogliente e garantendo ciascuno possa sentirsi coccolato e a casa… anche in alta quota. La struttura di coordinamento è composta da uno staff competente che coordina un numero considerevole di “militanti†che dedicano il loro tempo all’amore per la montagna e alla solidarietà prestando servizio in una delle 12 strutture in Italia e, da poco, anche in quelle peruviane. La semplicità nell’accogliere il prossimo è fondamentale: un thermos sempre pieno per un bicchiere di tè caldo offerto non manca mai. C’è chi passa, chi si ferma a pranzo, chi cena e pernotta, chi arriva di notte per dormire un paio d’ore: un clima da rifugio che parrebbe innovativo ma che parte da una semplice tazza di tè. L’accoglienza passa anche attraverso la passione testimoniata dai ragazzi che prestano servizio in rifugio: un sorriso stampato in viso dalle 5 del mattino alle 10 di sera, una cucina sempre pronta a sfamare palati giusti, dalla mattina alla sera, dal dolce al salato, un sodalizio del gusto ma soprattutto un sodalizio umano. L’esser solidali con il prossimo (e un bel cartello a fondo valle) spinge chiunque abbia voglia a prestare il proprio contributo: se hai fiato e spalle puoi portare su un pezzo di legno da bruciare nella stufa e senti già tuo un rifugio che dopo poche ore di cammino diventerà casa. Ma non è tutto, ancora un passo e scoprirai che il rifugio è di per sé motore economico per finanziare le missioni all’estero di OMG, cui va l’intero ricavato della gestione. In montagna tutto ha un sapore migliore, persino la sana follia di un rifugista.

 

   Per informazioni: www.rifugi-omg.org

 

 

   Fonte: www.cantieridaltaquota.eu

  04 Agosto 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso