Verso una provincia a emissioni zero

Verso una provincia a emissioni zero

Il progetto è ambizioso: ridurre le emissioni di anidride carbonica, investendo nella forestazione in Africa. Ecco l'impegno trentino per la conservazione.

Un'iniziativa che si inserisce nell’ambito delle azioni volte ad implementare il Protocollo di Kyoto, che impegna i Paesi a ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica. Tale impegno compete agli Stati, per questo l’iniziativa trentina è di tipo volontario. La Provincia autonoma di Trento ha scelto di non perseguire la strada dell’acquisto dei crediti di carbonio, ma di “compensare” una parte addizionale del proprio debito di CO2, attraverso il finanziamento di progetti di forestazione e/o di lotta alla deforestazione. Il progetto fissa nel 10% del debito di CO2 provinciale il valore ottimale da perseguire con azioni compensative (aggiuntive quindi agli impegni di riduzione locale). Il progettoprevede l’attivazione di bandi ad hoc, rivolti agli organismi volontari di cooperazione allo sviluppo per progetti di forestazione e di lotta alla deforestazione.

Nell’ambito di questo progetto attraverso due bandi ad hoc sono stati finanziati 12 progetti di riforestazione e lotta alla riforestazione. I progetti prevedono iniziative di riforestazione, educazione ambientale, pianificazione della gestione forestale nei Paesi di intervento ed iniziative di sensibilizzazione in Italia ed in particolare in Trentino rivolte principalmente alle scuole ed alla cittadinanza. Con i progetti si è previsto l’elaborazione di materiale didattico e divulgativo sia in Italia che nei paesi di intervento dove si sono coinvolte scuole, università, parchi nazionali, Ong, enti locali e governativi. Un esempio di partnership che si è creata rafforzata grazie a questi progetti è la collaborazione tra MUSE, il nuovo Museo delle scienze di Trento, il Servizio cooperazione internazionale e il Dipartimento ambiente e foreste della Provincia di Trento. Tutti i progetti hanno come caratteristica quella di prevedere non solo aspetti di riforestazione ma di educazione ambientale, rivolta soprattutto alle scuole (percorsi educativi, vivai didattici…), ma anche alle comunità locali che vivono nelle foreste. Si sono create sinergie tra organizzazioni trentine e dei Paesi di intervento (ad esempio tra il MUSE ed il Parco nazionale dei Monti Udzugwa in Tanzania) ed i progetti sono stati oggetto di valutazione e studio anche dell’Università degli studi di Padova, Facoltà di Agraria e di Scienze Politiche. Si sono create sinergie anche con il progetto gestione forestale in Angola dell’ONG italiana COSPE realizzato con il finanziamento della Commissione europea.

I progetti hanno avuto una forte ricaduta locale sia nei Paesi dove si sono realizzati che in Italia e soprattutto in Trentino. Un altro contributo per limitare l’effetto serra e i cambiamenti climatici attraverso il coinvolgimento dei cittadini, influenzando i loro comportamenti quotidiani. Verso una provincia ad emissioni zero è quindi un progetto che ha creato una rete di reciprocità e relazioni fondato sull’interdipendenza mondiale legata agli aspetti ambientali e climatici. Attraverso il progetto si sono attivate pratiche (quotidiane di consumo, di sviluppo di energie alternative, di sviluppo del servizio pubblico di mobilità, di uso corretto delle risorse legnose e non legnose delle foreste, di gestione corretta delle risorse forestali…) per la riduzione delle emissioni di CO2 che hanno messo in pratica l’interdipendenza mondiale nella lotta al cambiamento climatico e per la difesa della biodiversità.

 

“Progetto compensativo di riforestazione in Kenya” presentato dalla Fondazione Fontana Onlus.

Il progetto ha proposto la riforestazione di Shamanek e Ndaragwa, due aree collocate all’interno della tutela dei territori centrali del Kenya e che da circa 20 anni sono soggette a deforestazione. Le principali cause della deforestazione sono da ricercare nello sfruttamento commerciale, nella riduzione del personale forestale e negli incendi boschivi. Si tratta di due aree attualmente cogestite dal governo Keniano e da associazioni delle comunità locali; la cogestione delle foreste è un sistema legalmente riconosciuto e molto radicato in Kenya. La riforestazione, che avviene attraverso la piantagione di 290.000 giovani piante indigene, è funzionale ad un uso sostenibile di quest’area, all'avvio di attività generatrici di reddito ed alla produzione di beni e servizi ambientali come ad esempio la creazione di crediti di carbonio. Le piantine utilizzate verranno prodotte da vivai locali che garantiranno le quantità richieste dal progetto. Questo progetto si caratterizza inoltre per il coinvolgimento di numerosi attori locali in Kenya a partire dal governo fino alle associazioni delle comunità locali che partecipano attivamente anche nella realizzazione di programmi di sensibilizzazione ambientale.

Progetto “Dalla Karamoja un aiuto per salvaguardare l’ambiente tramite la forestazione con acacie in Uganda” presentato dall’Associazione ASSFRON- Associazione Scuola Senza Frontiere.

Il progetto ha previsto la realizzazione di alcuni boschi di acacia nei pressi di scuole e parrocchie  nella regione Karamoja in Uganda. In questa zona la deforestazione è causata soprattutto dal taglio della legna da ardere e dalla produzione di carbone. In totale sono afforestati 30 ettari per un totale di 20.000 piante. Si è previsto inoltre la realizzazione di quattro vivai quali futuri rifornimenti di nuove piantine. Le piante restano a dimora per 50 anni con un sistema di sostituzione in caso di piante perdute e servono anche per la raccolta di gomma arabica, creando attivitĂ  generatrici di reddito per le popolazioni locali. Accanto all’attivitĂ  di piantagione si svolgono programmi di formazione e sensibilizzazione nelle scuole della Karamoja.

“Progetto di riforestazione in Somalia su terreni salati” presentato dall’Associazione Acqua per la Vita – Water for Life.

Vent'anni anni di anarchia in Somalia hanno ridotto drasticamente la vegetazione arborea a causa dell’abbattimento incontrollato per le necessitĂ  energetiche e alimentari; in particolare questo progetto si concentra nell’area del Basso Shabeelle, dove il fiume Shabeelle esonda periodicamente allagando vaste aree. Le piene dello Shabeelle sono altamente salate in quanto il fiume nel suo corso attraversa enormi depositi lagunari salini. Sui terreni salati non è piĂą possibile coltivare alcun prodotto alimentare tradizionale. Dal 2000 l’associazione Water for Life – Acqua per la vita, ha istituito una scuola agraria la quale, in collaborazione con FAO, ha svolto delle ricerche sui terreni salati. Da tali studi emerge la possibilitĂ  di sfruttare queste aree improduttive attraverso una mirata riforestazione, che oltre ad aumentare il verde può produrre cibo per la popolazione, foraggio per gli animali domestici e legname da costruzione. Il progetto ha previsto inoltre la produzione di un vivaio in tutte le scuole dell’area coinvolta in cui si piantano alcune specie di cui giĂ  si conosce l’adattabilitĂ  ai terreni salati e la possibilitĂ  di consociazione. Con le suddette specie vengono piantati 25 ettari con piantine fornite da una ONG locale. Si è previsto infine il trapianto con “feste degli alberi” delle piantine prodotte nelle scuole, dove si svolgono anche percorsi di sensibilizzazione ambientale.                           

  15 Dicembre 2014
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso