Sud Sudan, prima le mamme e i bambini

Sud Sudan, prima le mamme e i bambini

Un nuovo centro nascite più sicuro, più funzionale nel nome del medico trentino Alessandro Fedrizzi. Per le donne in attesa di partorire e per i nascituri i rischi ora diminuiscono fortemente.

di Medici con l’Africa

In Sud Sudan molte donne partoriscono in casa, senza assistenza, con rischi elevati. Un grande aiuto in un paese come il Sud Sudan dove la mortalità dei bambini con meno di 5 anni è di 135 su 1.000 e il 32,9% dei bambini, sotto i 5 anni, è malnutrito; dove muoiono 2.054 donne ogni 100.000 nati vivi e solo il 13,6% dei parti avviene in struttura sanitaria.

Ora vi sono medici, infermiere e personale sanitario a “vigilare†sulle nascite al Centro per le cure materno e infantili all’ospedale di Lui, in Sud Sudan, nello Stato di Western Equatoria, nella Contea di Mundri Est. Sono almeno 800 le donne che possono beneficiare dell’assistenza pre-natale e post-natale e circa 2.000 bambini per le visite e le vaccinazioni.

La vecchia struttura era pericolante e insicura igienicamente, ma in poco più di un anno sono stati raccolti i fondi necessari per la ristrutturazione. Il Centro parto, di proprietà della Diocesi locale, è stato dotato del necessario materiale sanitario. E ora assiste a pieno regime le partorienti.

Accanto al Centro nascite si trova il Maternity Waiting House, una struttura destinata alle donne in attesa di partorire presso l’ospedale di Lui, in Sud Sudan. La casa d’attesa è stata ristrutturata poco un paio di anni e attrezzata, anche qui grazie al supporto di Medici con l’Africa Cuamm. È una struttura residenziale a pochi passi dal reparto maternità dell’ospedale, semplice, funzionale e pulita. La struttura infatti è particolarmente indicata per le gravidanze più problematiche, come possono essere quelle di donne molto giovani o anziane, in attesa del primo parto o le cui condizioni di salute rappresentano dei fattori di rischio. In caso di emergenza, le future mamme possono essere trasferite nel nuovo reparto di maternità dell’ospedale di Lui, che comprende anche una sala parto, una sala travaglio e una sala operatoria per il cesareo.

Così strutturato, l’ospedale è in grado di rispondere adeguatamente agli standard sanitari, nonché alle esigenze delle donne gravide e dei neonati. Serve “un’area abitata da 135.000 persone, com’è quella servita dall’ospedale di Lui, – spiega la dott.ssa Donata Galloni, project manager di Medici con l’Africa Cuamm – questo numero trova una spiegazione nelle tradizioni diffuse nella contea di Mundri: qui, come nella maggior parte delle zone rurali del Sud Sudan, le donne partoriscono in casa e, se sono fortunate, con l’aiuto di assistenti al parto tradizionali (TBA) e ostetriche comunitarie. Oltre a fattori culturali, anche motivazioni economiche e difficoltà nei trasporti, soprattutto durante la stagione delle piogge, rendono difficile il trasferimento dei casi più gravi in ospedaleâ€.

A Lui Medici con l’Africa Cuamm sta cercando da tempo di rimuovere gli ostacoli che impediscono di assistere le future mamme durante il parto, aumentando e migliorando l’accesso ai servizi per la salute materno-infantile. Il Cuamm è impegnato anche in una campagna di sensibilizzazione sull’importanza dell’assistenza qualificata durante il parto, in collaborazione con le autorità sanitarie locali.

Alessandro Fedrizzi

Scomparso nel marzo 2014, il dottor Alessandro Fedrizzi era un volontario Cuamm era stato un volontario in Africa già negli anni Settanta. Nato a Trento e laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Padova, Fedrizzi è entrato molto presto in contatto con il Cuamm, chiedendo di poter prestare servizio come medico nei paesi in via di sviluppo. Partì per la Tanzania nel 1979, destinato all’ospedale di Masasi nella regione di Mtwara, dove prestò la sua opera professionale per oltre due anni. Il seguito della carriera professionale lo ha visto tra i protagonisti a Trento nella promozione delle cure palliative. Fra Cuamm e Fedrizzi era nata una grande amicizia: “Grazie all’impegno di tante persone e all’aiuto di istituzioni quali la Regione Trentino Alto Adige siamo riusciti a portare a termine questo impegno che ci siamo presi in ricordo del caro Alessandro – afferma Carmelo Fanelli, presidente del Gruppo Medici con l’Africa Trentino –. Il Centro sarà dedicato proprio a lui, così impegnato nella cura e nell’assistenza ai più deboliâ€.

  07 Maggio 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso