S’illuminano le notti africane

Grazie al lampione portatile a energia solare costruito con materiale di recupero. Utilissimo nei villaggi privi di energia elettrica, adatto anche nei rifugi alpini. L’invenzione sarà presentata a Trento il 18-19 settembre 2015 al Centro per la formazione alla solidarietà internazionale.

di Francesca Zeni

Sole, telai di biciclette e utensili da cucina: il materiale di recupero sta alla base dell’innovativa invenzione di Matteo Ferroni, architetto e designer italiano, che ha osservato a lungo bisogni e necessità dei villaggi del comune di Cinzanà, in Mali, e ha dato vita a un lampione portatile ad energia solare. In un clima caldo e afoso come quello maliano le attività più faticose si svolgono prevalentemente la sera e durante la notte, ma l’assenza di energia elettrica in gran parte dei territori periferici rende difficile e dispendioso lavorare dopo il tramonto del sole. Matteo Ferroni ha quindi pensato ad un modo per superare il problema: unendo estetica e funzionalità, il giovane architetto di Perugia ha disegnato e realizzato con artigiani locali un “lampione portatile”, costruito partendo da un telaio e dalle ruote di una bicicletta uniti a cavi telefonici e pannelli solari. Il lampione è stato salutato con entusiasmo dalla popolazione accogliendo la proposta dell’architetto di sperimentare un modello di “luce comunitaria”, “Foroba Yelen” per dirlo in lingua bambarà, alternativo alle soluzioni convenzionali di luce pubblica. La gestione del prestito degli esemplari (tutti i 72 villaggi che costituiscono il comune hanno richiesto di poterne avere a disposizione) è affidata a un comitato di donne; la cifra simbolica che richiedono confluisce in un fondo per le riparazioni o per gli utilizzi in occasioni speciali.

Nella notte più profonda si possono incontrare dunque le luci dei lampioni portatili, che illuminano riunioni, rituali, momenti di studio e lavori di diverso tipo in modo ecosostenibile e capace di seguire il movimento delle diverse attività: il lampione pensato da Ferroni non illumina gli spazi, ma le azioni svolte dalla comunità. La luce proiettata dal lampione rispetta le proporzioni dell’ombra degli alberi sotto ai quali si svolge la vita diurna dei villaggi: da ombra a luce, in una metamorfosi che rispetta gli spazi e i luoghi dell’interazione sociale. Un progetto, quello ideato e promosso dall’architetto italiano, che coniuga l’indipendenza energetica con l’autorganizzazione sociale, all’interno di un percorso condiviso in cui i protagonisti sono persone appartenenti alla comunità.

Oggi il progetto, premiato dalla cittĂ  di Barcellona per le sue capacitĂ  di innovazione, è studiato ed esportato in altri territori. L’ideazione e la diffusione del lampione comunitario di Ferroni ben si inseriscono nell’Anno Internazionale della Luce e delle Tecnologie basate sulla Luce, un’iniziativa adottata dall’Unesco per sensibilizzare su come si possa promuovere lo sviluppo sostenibile e offrire soluzioni a sfide globali come il risparmio energetico, l’educazione, l’agricoltura, la comunicazione e la salute attraverso le tecnologie ottiche. Per questo il Centro per la Formazione alla SolidarietĂ  Internazionale, in collaborazione con la Fondazione eLand, ha deciso di dedicare un seminario di due giorni alla conoscenza del progetto di Matteo Ferroni e alle tecniche pratiche di costruzione del suo “lampione comunitario”: i possibili utilizzi del lampione solare ideato da Matteo Ferroni sono molti, anche in territorio trentino, dai rifugi di montagna ai contesti in cui si decide di utilizzare meno energia elettrica. 

Il 18 e il 19 settembre l’architetto e designer sarà a Trento per accompagnare nella conoscenza di quella che può essere definita senza incertezze una “tecnologia appropriata”, capace di inserirsi all’interno della vita della comunità migliorandola in modo pulito, sostenibile e attento ai legami sociali e alle relazioni tra le comunità. Iscrizioni entro venerdì 11 settembre 2015. Per informazioni: www.tcic.eu, 0461.093032, michela.bortoli@tcic.eu

Francesca Zeni, Centro per la formazione alla solidarietĂ  internazionale

  24 Agosto 2015
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