Lima, un centro diurno per bambini disabili

Lima, un centro diurno per bambini disabili

Due volte sfortunati. Senza padre, affamati, con le madri disoccupate: sono i bambini disabili di Lima, che vivono nelle baraccopoli.

“Vite speciali sulla sabbia” è il progetto dell’associazione Harambee di Trento, che permetterà a questi ragazzini di andare in un centro socio-sanitario diurno e non rimanere su una strada in mezzo al sudiciume. Cominciare una formazione scolastica e cercare di integrarsi. Insomma: sperare in una vita normale. I racconti dei bambini sono spesso simili.

Siamo alla periferia in una delle più estese capitali del mondo, Lima in Perù, a Tablada de Lurin, vicino all’omonimo fiume. Lontano si vedono gli alti grattacieli, tra il pullulare per le vie del centro di persone indaffarate e ben vestite, negli affollati uffici finanziari e di grande società, in una città che si perde all’orizzonte. Sono le contraddizioni di tutti questi Paesi in via di sviluppo, che hanno subito un rapido declino e una veloce crescita economica, sempre impetuosi, tra turbolenze politiche. Ma ora la chiamano “Rinascita Suamericana, perché in Perù il Pil cresce del 6 per l’anno e lo prendono come modello. Tuttavia l’indice di povertà sfiora il 30 per cento. Qui si è fatta la storia, fra le più importanti del continente, a noi nota soprattutto per l’impero degli Inca, iniziato nel XIII secolo. Il Paese ora conta poco più di 30 milioni di abitanti, in fortissima crescita demografica, e un territorio fra i più estesi: il terzo dell’America del Sud, dopo Brasile e Argentina. Multietnico: amerindi, europei, africani e asiatici. La povertà e le favelas non scelgono l’etnia e non risparmiano se parlano lo spagnolo o qualche idioma locale.

Nella favelas, che qui chiamano barios, i bambini scorrazzano in mezzo alle fatiscenti baracche, tra le fogne a cielo aperto. La mortalità infantile è altissima. Chi non può nemmeno correre, sono i piccoli disabili. Hanno problemi fisici, a volte associati a problemi mentali. Sono figli di quei padri che quando hanno visto nascere un piccolo con problemi fisici o mentali si sono dati alla fuga, lasciando soli moglie e figlio. Sono poverissimi perché la madre, spesso deve rimanere a casa, si fa per dire, ad accudire il figlio. Non sono in grado di racimolare nemmeno qualche spicciolo per sfamarsi. Una vita di stenti.

 Per lo Stato peruviano questi ragazzi non esistono. Infatti non c’è una legge che riconosca la disabilitĂ , non ci sono diritti per loro, non c’è un briciolo di sostegno economico. E non possono neppure andare a  scuola. I figli dei ricchi, certo,  se lo possono permettere, per i poveri c’è solo la strada. Molto spesso sono i centri dei volontari ad andare in loro aiuto. Sempre troppo pochi.

 Vicino alla Tablada de Lurin, poco distante dalla biblioteca intitolata al trentino Michele Mosna, sorgerĂ  un centro diurno con il finanziamento dell’associazione trentina Harambee. Entro il 2015 sarĂ  pronto per  accogliere i ragazzini disabili,  25 per ora, poi si vedrĂ . Nel centro diurno avranno cure sanitarie, cominceranno un percorso scolastico e le madri potranno lasciarli in un posto sicuro mentre cercheranno di  lavorare qualche ora per raggranellare dei soldi. Potranno  frequentare la biblioteca e questo permetterĂ  di iniziare a frequentare altri bambini, che non hanno gli stessi problemi. Non potranno cancellare dalla  memoria la loro storia, la baraccopoli, la fame, la sporcizia, ma potranno sperare che la  loro vita abbia preso una direzione diversa.

 

  

Peru-centro12
  19 Gennaio 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso