La stufa dei pulcini trentina presentata a Papa Francesco

Una delegazione da Papa Francesco con un modellino della stufa a olle trentina che scalda i pulcini in Kenia. Il Pontefice incuriosito dall'innovazione. Dopo aver conseguito il prestigioso Green Innovation Award, il premio per l’innovazione verde, la nostra provincia ottiene un altro importante riconoscimento. Una stufa vicino alla quale è possibile far crescere i pulcini e si consuma un terzo di legna in meno. La sperimentazione nelle abitazioni ai piedi del Monte Kenya. Testimonial d’eccezione la biologa Wangari Maathai, fu anni fa la commissaria dell'Unione Africana e Premio Nobel per la Pace, Margaret Kenyatta

I pulcini di Papa Francesco. Arriva per la nostra provincia un altro importante riconoscimento. A Papa Francesco è stata presentata la stufa a olle di brevetto trentino. Nella Sala Nervi in Vaticano il trentino Gianni Gegele ha portato al Pontefice il modellino della stufa dei pulcini. Gegele era accompagnato da Fabio Pipinato della Fondazione Fontana e da Gianfranco Cattai, presidente della Federazione degli organismi di volontariato internazionale. Emozione da parte della delegazione e curiosità da parte del Papa.

Perché è così utile la stufa trentina? Una sperimentazione che si sta allargando da villaggio a villaggio sulle montagne del Kenya. La prima fase, anni fa, è partita in sordina. In una casa kenyota si è scelto di far nascere un pulcino sotto la stufa/forno, ove solitamente si mettono la legna da asciugare o le scarpe bagnate. Vi è infatti una temperatura che si avvicina a quella delle professionali incubatrici a lampada che troviamo nei moderni allevamenti di pulcini occidentali. Sopra non c'è una lampada ma la pietra refrattaria che trattiene ed emana calore. Le pietre trattengono a lungo il calore permettendo un'emanazione costante che favorisce sia la schiusa delle uova che il tepore per far crescere forte il pulcino nella prima settimana di vita. Il forno ha poi una cavità a livello terreno, tipica delle nostre stufe a olle. Qui, i pulcini appena nati possono trovare del mangime ad hoc. L'ambiente è estremamente pulito, caldo, secco e protetto. Al buio, il pulcino passa la prima e seconda settimana di vita e cresce indisturbato. “L'esser riusciti a sostituire le nostre incubatrici a lampada con un semplice sottoforno, che non necessita di energia elettrica e che si può diffondere in ogni famiglia africana, è stato come scoprire l'uovo di Colombo, ha commentato uno dei responsabili kenioti del progetto.

Si tratta di un sistema piuttosto artigianale che si rifà alle stufe a olle del Trentino e adattato dagli stessi africani. La stufa è ricoperta di terracotta e non di piastrelle decorate a mano, il sistema è molto meno costoso e quindi accessibile ai più poveri delle campagne poste ai piedi del Monte Kenya. La cosa importante è che permette di avere un terzo di polli in più da mettere in pentola; stavolta sopra la stufa. Per le povere famiglie africane è un'innovazione non da poco. E, nel contempo, si consuma un terzo di legna in meno. È stata la combinazione “meno legna più polli†che ha interessato sia il Ministero dell'Ambiente del Kenya che la sede di Nairobi delle Nazioni Unite.

Il progetto delle stufe è denominato Tree is Life ed è sostenuto dalla cooperazione trentina (Ipsia del Trentino e Fondazione Fontana con la Provincia Autonoma di Trento) ed ha avuto come testimonial la biologa Wangari Maathai, commissaria dell'Unione Africana e Premio Nobel per la Pace, morta qualche anno fa.

  19 Dicembre 2014
Centro per la Cooperazione Internazionale
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Osservatorio balcani e caucaso