L'anima di Sarajevo

L'anima di Sarajevo

“Partiamo con una grande voglia di ricercare l'immagine dell'Europa nei Balcaniâ€. Inizia così la prima pagina del nostro diario e di quella meravigliosa avventura sugli scorci delle Frontiere d'Europa.

A Gorizia e Trieste, oppure, se preferite Gorica e Trst, si respira ancora l'odore dell'antico contrasto italo-sloveno: ovunque linee, monumenti, nomenclature e qualche bandiera ricordano ancora la separazione ripercossasi per troppi anni sulla quotidianità degli abitanti di quel confine.

di NataÅ¡a VuÄković

Zagabria, ti sorprende, cullata da una apparente armonia, si impegna a nascondere ancora delle forti barriere interne tra la popolazione croata e le minoranze, in particolare quella serba e quella italiana presenti ancora sul territorio croato.

Prijedor, invece, ti lascia senza fiato perché tempo, lavoro, entusiasmo e speranza per un futuro migliore sono all'ordine del giorno per i ragazzi di Čisto Srce: un'associazione concentrata nel portare aventi alcuni validi progetti di cooperazione e sviluppo, anche col trentino, per aiutare la popolazione ad impiegare le proprie forze nella costruzione del domani e a non sprecarle con discorsi vuoti su un ieri che non appartiene più a nessuno.

E poi arrivi a Sarajevo e tutto si ferma, tutto si compone e unisce: lì prendi coscienza di quanto la guerra e l'odio, in realtà, siano stati paradossalmente micidiali ed impotenti; con il tuo respiro riesci a sentire sfiorare l'anima di Sarajevo. Un'anima ferita, nobile, delicata, calorosa e variegata; un'anima molto coraggiosa, che con dignità è riuscita ad alzarsi delle ceneri della morte per guardare in faccia la vita, per non essere mai più calpestata.

Tornando in Italia, con mille dubbi e domande, tanti pensieri, paure e idee, sei sempre più cosciente del fatto che solo “l'uomo multiculturale costituirà il mondo.†E poi, un'altra cosa, su quella strada, l'hai imparata molto bene: comprendi che l'Europa che cerchiamo di costruire sta da sempre conservando il suo cuore fuori dal perimetro dei suoi  alti cancelli. Il cuore della Regina Europa è, in realtà, proprio là, a Sarajevo. Lei dorme lì nella quiete tra moschee, sinagoghe, minareti, chiese ortodosse e quelle cattoliche, aspettando solo il momento giusto per svegliarsi, il momento in cui i cittadini d'Europa saranno pronti per il ritorno alla loro natura. Quella natura che supera i confini, le religioni, i colori della pelle e le distanza tra le culture, tendendo solo le braccia rivolte verso l'armonia dell'umanità.

NataÅ¡a VuÄković, neocittadina italiana, è una studentessa della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento. Da anni partecipa come volontaria ad iniziative dell'associazionismo trentino, soprattutto, con l'associazione Libera Trentino. Svolge attività di interpretariato su progetti di cooperazione allo sviluppo con i Balcani, essendo di madrelingua serbo-croata.

Le foto sono di Cinzia Gabrielli

 

 

 

 

 

 

Sarajevo - Foto di Cinzia Gabrielli2
  03 Aprile 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso