Il Paese della felicità

L’unione dei governi locali e lo sviluppo nel paese più felice del mondo. Un programma di sensibilizzazione per decisori e politici costaricani. Intervista ad Adriana Meza Solana. "Chi esce vincitore alle elezioni ha spesso grande esperienza politica, ma scarsa conoscenza di come si governa e si pianifica lo sviluppo di una città", dichiara. 

di Francesca Zeni

Chi esce vincitore alle elezioni ha spesso grande esperienza politica, ma scarsa conoscenza di come si governa e si pianifica lo sviluppo di una città. Partendo da questo assunto l’Unione dei Governi Locali, una federazione di amministrazioni comunali costaricane, ha predisposto un percorso di formazione per sindaci e amministratori. Ne parliamo con Adriana Meza Solana, consulente della Unión Nacional de Gobiernos Locales, a Trento per partecipare alla Summer School “Comunità e sviluppo locale: costruire strategie di cambiamento per il territorio", promossa da Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, OCSE LEED, Federazione Trentina della Cooperazione e Università EAFIT di Medellìn.

Nel 2015 due ricerche hanno decretato che al primo posto dei paesi con il più alto tasso di felicità c’è il Costa Rica. Clima mite, natura intatta, un patrimonio immenso di biodiversità, una democrazia stabile, abolizione dell’esercito nel 1949 e fondi militari convogliati verso cultura e sanità: in un contesto così positivo, su quali settori ritieni importante che il Costa Rica concentri la sua attenzione?

Nel 2011 l’Unione dei Governi Locali ha iniziato un programma di consultazione dei cittadini e dei governi locali per indagare quali fossero le priorità su cui era necessario predisporre un’agenda di lavoro per le istituzioni. Sono stati indagati settori legati ai rapporti con il potete esecutivo e legislativo dello Stato e all’interno delle municipalità. Tra i temi emersi si trovano la partecipazione dei cittadini, la governabilità e la predisposizione di politiche pubbliche, la pianificazione strategica per lo sviluppo. In sintesi è emersa la necessità che le municipalità non risultino essere mere fornitrici di servizi o creditrici di imposte, ma dimostrino di essere enti capaci di incrementare gli indici dello sviluppo locale, attraverso la creazione di strategie costruite utilizzando spazi e meccanismi di dialogo a cui partecipino gli attori locali. Le domanda a cui tutti - amministratori, associazioni, cittadini - devono rispondere sono: Quale idea di città abbiamo nel medio e lungo termine? Quale futuro vanno a determinare le decisioni che si stanno prendendo oggi? Una decentralizzazione politica e amministrativa efficace può permettere ai governi locali di valorizzare la propria autonomia e le proprie competenze reali. Attualmente l’Unione dei Governi Locali lavora per la costruzione collettiva di un “pensiero municipale†attraverso la sensibilizzazione di tutti gli attori sociali e politici sul tema del “localeâ€. Il processo in atto comprende due obiettivi principali: la partecipazione popolare alle prossime elezioni, che si terranno nel 2016, e la formazione dei futuri leader locali su molti temi, anche sulla necessità di generare spazi di partecipazione effettiva della cittadinanza.

Quali sono i temi chiave su cui verranno formati i leader eletti?

Già nei prossimi mesi inizierà un processo di sensibilizzazione per i candidati sindaco sui temi da tenere in considerazione nell’elaborare i propri piani di governo e sulla necessità di mettersi in relazione con gli obiettivi esplicitati nei piani di sviluppo decisi a livello regionale. È stato elaborato un manuale, che verrà consegnato e spiegato a tutti i candidati, con informazioni sulla pianificazione strategica, sulla normativa vigente, su piani e spazi di concertazione esistenti. La seconda tappa di questo progetto è la realizzazione di un percorso di formazione e sensibilizzazione degli eletti sui seguenti temi: governabilità locale e politiche pubbliche; negoziazione politica; pianificazione per lo sviluppo locale; coordinazione tra le diverse istituzioni; gestione amministrativa. Tale formazione ci auguriamo possa contribuire a migliorare la qualità dell’amministrazione e a produrre risultati in termini di valorizzazione delle risorse e benessere dei cittadini.

Cosa ti ha colpita in particolare della tua esperienza in Trentino?

Questo è stato il mio primo viaggio in Trentino e in Europa: è stata un’esperienza unica, per il mio lavoro, per la qualità della formazione, per l’osservazione pratica di come funzionano le cose in un altro territorio. Ho conosciuto persone con enormi capacità organizzative e idee brillanti, anche tra i partecipanti della Summer School. Il Trentino è un territorio con grande esperienza, e si vede che il bene comune viene considerato al di sopra del benessere individuale: probabilmente è questo il segreto del suo successo. Mi porto a casa la consapevolezza che la gente sta bene soprattutto se al primo posto c’è il bene collettivo, non l’interesse di pochi.

Cosa può apprendere il Trentino dal Costa Rica?

L’attenzione ancora maggiore all’ambiente, alle risorse naturali, alla sostenibilità. E la capacità di promuovere ancora di più, a livello internazionale, le proprie bellezze naturali per avere una presenza turistica maggiore durante i mesi estivi: il Trentino continua ad essere conosciuto più come meta invernale che come luogo dove fare trekking e passeggiate.

InternoGrandeSolana

Francesca Zeni, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale

  04 Agosto 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso