Ecco come ti recupero le carrozzine

Ecco come ti recupero le carrozzine

I vecchi ausili sanitari sono ammonticchiati in un angolo del capannone. In un groviglio di carrozzine, deambulatori, letti e sollevatori. Non rimarranno lì per molto, perché presto saranno smontati, recuperati e riutilizzati. Poi prenderanno il volo verso i Paesi in via di sviluppo, ceduti o venduti a prezzo modico a organizzazioni non profit che operano con persone deboli.

Le mani dell’uomo stringono una chiave nell’intento di allentare la vite per smontare il sollevatore. Non tutto si può recuperare, però si può riciclare. Si butta via pochissimo. Ci sono sedili inutilizzabili, le ruote si posso sostituire, se la struttura della carrozzina è ancora in buono stato. Si toglie la ruggine, si stende una mano di trattamento contro la corrosione e poi si passa la vernice con il pennello. E la struttura dell’ausilio ritorna a nuova vita. Chi fa questo lavoro è la cooperativa sociale di inserimento lavorativo Alpi di Trento. Eh, sì, perché l’uomo, che sta aggiustando il letto, fa parte della squadra di nove lavoratori per i quali si è studiato un apposto percorso di inserimento lavorativo individualizzato per persone in particolari situazioni di difficoltà. Sei sono studenti, in gran parte giovani ragazzi, dai 16 ai 23 anni. Il recupero permette anche la riduzioni di sprechi e di rifiuti. L’obiettivo è riutilizzare il 100 per cento della materia prima e almeno il 40 per cento degli ausili che vengono dismessi.

Quello che non viene risanato, si differenzia in materiali ferrosi, non ferrosi e di plastica.

 La cooperativa ha firmato una convenzione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino, che cede tutti gli ausili sanitari inutilizzabili. Loro debbono solo andarseli a prendere. Ne arrivano 150 ogni mesi. L’azienda  sanitaria potrebbe recuperarne qualcuno, ma i costi non valgono la candela. E, comunque, non sarebbero piĂą a norma: gli standard sono molto rigorosi. Meglio disfarsene gratuitamente, senza pagare lo scotto dello  smaltimento. Per la cessione e la vendita degli ausili si sta studiando di creare una piattaforma web e le richieste potrebbero venire da ogni parte del mondo, visto i bassi costi. Se non avviene la cessione a titolo gratuito, una  carrozzina, ad esempio, viene venduta a un decimo del prezzo. La convenienza c’è. Intanto si dĂ  anche lavoro a chi è in difficoltĂ  e il loro numero potrĂ  aumentare. Per il recupero degli ausili, la cooperativa Alpi sta pensando in grande: a un vero ramo d’azienda. “Si potrebbe”, dice il direttore Silvano Deavi, â€śtrasformare letti di ospedali in tavoli da lavoro, se non possono essere  reimpiegati alla funzione originaria”.  Oppure le comode ospedaliere diventano delle comode poltroncine rivestite con il pvc colorato di vecchi striscioni pubblicitari. Non si butta via niente...

  13 Gennaio 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso